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30/09/11

Event di Mirko Rambone- Liz Taylor rivive tra i suoi oggetti all'asta da Christie's




 New York. 14 -15 dicembre 2011: non si tratta del classico viaggio a NY prima di Natale ma qualcosa di più bello:  ci sarà l'asta di abiti, borse, scarpe, gioielli e quadri di Liz Taylor, che vivrà per sempre nel nostro immaginario di donna diva ed eclettica. Vi potrete immergere nell'infinito mondo del lusso da Christie's, approfittando per comprare un regalo ad una persona importante. Non ci saranno solo vestiti e borse ma, anche, quadri di Picasso ed il dipinto di Andy Warhol, che raffigurò la Liz in un ritratto pop.

Ma non solo lusso, anche charity, dato che il ricavo servirà per finanziare la ricerca contro l'Aids.
Tutto questo lo dobbiamo a lei che ha saputo vivere la vita in ogni sua sfacettatura e godersela fino in fondo: diventa famosa con il telefilm " torna a casa Lassie " successivamente interpreta Amy March in ''piccole donne'', ''la gatta sul tetto che scotta'' e ''Cleopatra''. Per, poi, arrivare a vincere duepremi oscar con l'interpretazione " Venere in Visione " e  " Chi ha paura di Virginia Wolf? ". Quando era in scena nessuno poteva smettere di guardarla sia per la sua bravura come attrice che per i suoi suoi splendidi occhioni viola, che ha conquistato i cuori di tanti ammiratori ma, anche di tanti uomini, ben otto. Sarà un evento che vi permetterà di vivere la splendida NY e di toccare con mano ciò che è simbolo dell'essere diva, quindi -3-2-1 aggiudicato!

29/09/11

Tacchi a Spillo di Marina Marino - COLORE, COLORE, COLORE


La moda estiva risulta sempre frasca e vivace,  perché pensata con colori attesi e fantasie vivaci; l’inverno invece oltre ad essere già triste di per se, lo è reso ancor di più dalla moda che regolarmente predilige colori scuri e smorti.
Ma fortunatamente, per questo inverno la moda ci ha riservato una sorpresa:i cappotti non sono più declinati nei classici colori, nero, blu e grigio ma abbiamo palette di colori fluo che renderanno il tutto più gradevole;parliamo del giallo, dell’arancione, del verde e del rosso oltre che del blu elettrico!
Ma il colore contaminerà anche gli accessori, dalle borse alle scarpe, avremo tanto di quel colore che sembrerà che l’estate non sia mai finita.
Alcuni esempi:le decolté di jimmy choo dalla punta sottile a dai colori dell’arcobaleno,  i cappotti Burberry, che per questa stagione ha abbandonato un po il beige e ci delizierà con tinte forti.
La moda per fortuna ci regala sempre delle sorprese, per cui:” buon inverno a colori”!

Saluti, a presto Marina

27/09/11

Deshabilée di Chiara Nespoli - Può esistere vera amicizia tra uomo e donna?

Molti di voi staranno pensando che il quesito è antico, ma la risposta, vedrete, è differente …
Se un uomo ed una donna passeggiano insieme, scambiandosi sguardi complici ed è evidente una certa affinità, nessuno avrà alcun dubbio nell’affermare che si tratti di una coppia, se poi magari sono anche di bella presenza, il dubbio scompare persino nelle menti meno maliziose.
Perché si sa l’uomo è predatore, alla donna piace farsi corteggiare, perché la fisicità è troppo importante e l’attrazione fa il resto …. Ma se capovolgessimo tutto quanto detto sinora?? Se questi non fossero null’altro che luoghi comuni? se oltre che la corporalità i rapporti fossero dati da un incontro di anime?
Allora i dubbi sparirebbero, perché l’anima non ha sessualità …
Tra un uomo ed una donna possono instaurarsi una miriade di diversi tipi di rapporti: professionali, affettivi, passionali, amorosi o amichevoli; non è detto, difatti, che la sfera sessuale debba forzatamente predominare, in quanto se molti uomini ragionano spesso con quello che per loro è l’attributo primario, noi donne, invece, godiamo di ottimi collegamenti tra i nostri istinti primari e secondari.
Non sempre si è alla ricerca forzatamente di un coinvolgimento amoroso, ma con meravigliosa semplicità due anime possono incontrarsi un giorno e decidere che si faranno compagnia per sempre, ma sarà una compagnia pura, complice, partecipe, ma disinteressata, tale che se una si perde, l’altra è sempre in grado di ritrovarla. Perché se di attrazione (nelle più notevoli sfaccettature) ne è pieno il mondo, i sentimenti veri e candidi sono in forte declino e quando questi si dimostrano per davvero non avranno una reale dimensione, né maschile, né femminile, perché andranno oltre …
D’altro canto avere un vero amico uomo è una carta assolutamente vincente perché si può, in qualunque momento, fare una capatina nell’opposto universo e ricavarne ottimi consigli ed utilissime dritte!
E dunque,  amico mio, mai c’è stato nulla di più vero di quanto noi abbiamo sempre affermato: “io con te, tu con me, sempre ….”.

 Chiara

26/09/11

Fashion Food di Tonia Credendino - IYO, dove saziare lo spirito e il corpo


Milano è nota per i suoi ristoranti giapponesi. IYO è sicuramente tra i migliori. Qui la fretta è bandita per lasciarsi cullare da un mondo fluttuante dove saziare lo spirito e il corpo.
 In Italia è davvero difficile raggiungere gli alti standard europei in fatto di cucina etnica, nipponica in modo particolare. Eppure qualche rara eccezione che conferma la regola, a Milano, dove il mercato ittico è uno dei migliori del paese, riesce a far cambiare idea anche ai più scettici. 
Iyo si è conquistato il suo posto al sole in pochi anni in primis grazie all'eccellente qualità della materia prima che, parlando di sushi e sashimi, fa realmente la differenza. E poi la sapienza e la manualità di Haruo Ichikawa, giapponese doc, che ha al suo attivo anni di esperienza a New York, in Europa e in Italia. Uno chef che prima ancora di deliziare i palati seduce lo sguardo dei commensali con la maestria squisitamente orientale nel taglio chirurgico dei bocconcini e nella cottura sulla scenografica piastra a vista, una delle attrazioni del locale. 

IYO da UKIYO o "mondo fluttuante" termine con cui si designano la cultura e l'arte cittadina del periodo Edo, Giappone del XVII - XVIII secolo. Un mondo che fluttua e scorre, tra tinte raffinate, stucco veneziano e intonaco a fango alle pareti, oro su plafoni, tavoli e lampadari-sculture.
Da non perdere, i gunkan, ovvero i "bignè sushi" con pesce all'esterno, talmente buoni da generare una piacevole "dipendenza". E poi i crudi ovviamente, ma anche manzo Kobe, tonno scottato con sesamo e una splendida e leggera versione della tempura. Tutto di alto livello, dagli "uramaki" agli "hossomaki" e ai "temaki", senza contare le sfiziose e ottimamente presentate "barche" (misto di suhi, sashimi e maki) per una o più persone. Deliziose le ciotole di riso aromatizzato, le zuppe, le insalate e il tempura in varie versioni. Ben fatte le preparazioni teppan yaki sia di carne sia di pesce. 

Carta dei vini molto interessante, italiani, francesi e sudafricani, selezionati con la collaborazione del noto sommelier Savio Bina, con particolare attenzione alle aziende biodinamiche. In alternativa sakè, caldo o freddo, thé (verde, al gelsomino e bancha). I dolci, squisiti, sono realizzati dal celebre chef patissier Ernst Knam. Una nota di merito a parte merita anche l’eleganza minimal-fashion degli ambienti, curati dell'architetto Nisi Magnoni un'evoluzione spaziale in cui la luce si insinua in ogni dove, attraversando sospese opere murarie che assicurano intimità, e tutto trova il suo ordine perfetto regalando quella sensazione di quiete promessa.

Assolutamente da provare magari in dolce compagnia …. e perché no, da proporre per un appuntamento al buio!!  

Tonia

25/09/11

Un giorno con la meraviglia: Great Wall...

Mai tanta maestosità è stata così vicina, mai tanta meraviglia è stata sotto ai miei occhi... oggi ho visitato per voi il Great Wall e posso dirvi che la definizione meraviglia del mondo è più che appropriata. Ho toccato con mano 2600, circa, anni di storia (VI sec a.c.) e visto l'immensità del paesaggio che da quella lunghissima fortezza (6.350 km) puoi ammirare. Il viaggio incomincia da Beijing prendete un bus o fittate una macchina e dopo circa un'ora e mezzo siete arrivati in una delle zone della muraglia:


Mi incammino verso la biglietteria, acquisto il ticket d'ingresso (40rmb) per, poi, dopo acquistare quello per la funivia (cable car, 60rmb), che ti porta alla torre 14. Il progetto è quello di arrivare fino alla torre 23/24 e poi ritornare indetro ed arrivare alla torre 6, dove prendere toboggan (non vi dico cosa sia ma solo che è molto divertente e che vale la pena provarlo) ed arrivare fin giù. Un'impresa ardua ma portata al termine con il sorriso sulle labbra e con i muscoli tremolanti.
Se volete passare una giornata con la meraviglia vi consiglio il Great Wall (Beijing).

24/09/11

Wellness e fitness di Luigi Manna - Sauna VS Bagno Turco...

Il bagno turco, usato fin dai secoli per rilassarvi, è un trattamento simile alla sauna, ma più delicato. Conosciuto fin da tempi più remoti, il bagno sudorifero a vapore, detto bagno turco, apparteneva alla stessa antichissima tradizione dei " bagni purificatori". Vediamo, ora, la differenza con la sauna : il bagno turco è un applicazione idrica sotto forma di vapore caldo, sostanzialmente si effettua in un ambiente isolato e impermeabilizzato in cui si è avvolti da una nuvola di vapore saturo alla temperatura di 45-50°C, invece, la sauna è essenzialmente secca, dato che la temperatura è meno elevata rispetto a quella all'interno della sauna. Pertanto, la permanenza nel bagno turco può protarsi più a lungo, anche se sono le edigenze e le preferenze personali a far da riferimento. Inoltre, il bagno turco, per le sue proprietà, è una delle migliori terapie per combattere tensioni, stress quotidiani, acne, dermatiti e produce effetti rilassanti  Infatti, la dilatazione dei pori provocata dal calore facilita la penetrazione del vapore e permette all'epidermide di liberarsi di tutte le impurità acquistando luminosità, elasticità e morbidezza  Un particolare interessante: mentre la sauna è assolutamente controindicata in caso di raffreddori e influenza  un solo passaggio nel bagno turco può esser di grande aiuto per disturbi respiratori. Non ci credete? venitemi al mio centro Well Chiaia Club via rampe brancaccio 6 , 80132 Napoli info-line 081 6580280. 
Vi aspetto e ricordate : Your Wellness is My Mission. 

Luigi Manna P.T.M.F.S.

23/09/11

Event di Mirko Rambone-John Richmond. Women Spring Summer 2012

All' apertura della Fashion Week milanese troviamo, tra i tanti di fama, John Richmond. In passerella uno stile punk sull' onda degli anni anni 70/80. Un look  amato tanto dai più giovani, e dai meno giovani. La collezione p/e 2012  esalta l' eleganza del nero. sveltito e impreziosito sapientemente dal bianco. Allunga le gonne.  Le zip diventano un elemento di decoro per particolareggiare i tailleur total black. Pelle con frange, pitone, pelli metalliche e bianche. Dei teschi giallo oro decorano l' abito red carpet della collezione.

 A Londra J.R.  conosce prestissimo il Manager italiano Saverio Moschillo, il quale gli mette a disposizione la sua rete di distribuzione di mezzo mondo. E la partnership continua ad essere viva con enorme successo.  Il tutto in uno stile che è una vera bomba. Un unione tra il diavolo e l' acqua santa. Questo è uno stile che distrugge, disorienta e disordina sempre. E' impossibile annoiarsi ad una sfilata come queste. 


 Le musiche sono di Adil Magik & Jay Glover @ www.cowboymusic.co.uk


Mirko Rambone

22/09/11

Tacchi a Spillo di Marina Marino- “Ad ognuno la sua pelliccia”


Sicuramente nella storia della moda e del costume, la pelliccia ha assunto un ruolo fondamentale;scelta dai primati per coprirsi e riscaldarsi, è divenuta nel tempo, sempre più un capo che indicava lusso ed eleganza.

Ancora oggi è considerato tale, ma senza tener conto della miriade di tessuti oggi prodotti per riscaldarsi dal freddo.
 Ed allora mi chiedo: “Come mai vengono ancora prodotte e perchè c’è cosi’ tanta domanda?”
L’unica spiegazione plausibile è che forse non si conoscono bene le modalità di produzione di questo capo.
Sono dunque necessarie delle delucidazioni:Visoni, ermellini, volpi, per diventare pellicce, vengono squoiati vivi per mantenere intatto e lucido il pelo, o vengono uccisi in camere a gas simili a quelle utilizzate dai nazisti durante la seconda guerra mondiale per sterminare gli ebrei.

Ed allora perché ancora oggi c’è tanta indignazione per quell’accaduto, e per gli animali si continua a farlo ancora oggi?
Perché si attribuisce alla pelliccia degli uomini più importanza di quella attribuita agli animali?
Ad ognuno di voi l’ardua sentenza…….
Saluti, 

Marina

21/09/11

Dettagli di Raffaella Maiullo- Diman tristezza e noia recheran l’ore

Le attese. Quelle dolci però, non quelle interminabili delle file agli sportelli di un qualche ufficio per chiedere informazioni che nemmeno sanno darti oppure quelle dal dentista che oltre ad essere estenuanti sono soprattutto ansiogene. Quelle attese che ti scaldano il cuore, quelle a cui pensi quando magari sta andando tutto male oppure semplicemente non vanno come te le eri immaginate. Tutto si ferma, fai un grande respiro, e spunta un sorriso all’angolo della bocca che rasserena l’animo. Ma io non sono capace di spiegarvelo come Leopardi, lui, che nonostante una vita piena di tristezza e di pessimismo cosmico è riuscito a racchiudere in una poesia il senso più magico di quel sabato e che, vuoi o non vuoi, è rimasto indelebile nelle nostre menti sin dalle elementari, sin dalla prima volta che siamo stati costretti a impararla a memoria un po’ reticenti o comunque dediti ad altro. La mia dose di dolcezza l’ho sperimentata diverse volte, soprattutto quando ero bambina e non so per quale strano motivo adoravo andare al supermercato con i miei genitori, bastava che mia madre mi promettesse che mi ci avrebbe portata il giorno dopo a calmarmi da qualunque pena potesse affliggere una bambina di cinque anni. Quindi, nonostante ora quei cinque siano stati superati di gran lunga ancora mi consolo con l’idea del giorno che aspetto. La mia bella dose di felicità, la medesima della preparazione alla domenica Leopardiana l’ho sperimentata nell’ultimo mese. Sin dal giorno in cui è stata confermata la data del concerto di Caparezza. Da allora ero come in preda a un’euforia latente che si manifestava per ogni sciocchezza mi capitasse. Immaginatevi la desolazione quando scopro che i corsi all’università sarebbero iniziati il giorno dell’evento! Erano i miei primi giorni, non potevo perderli… eppure, la mia attesa doveva essere ripagata in qualche modo. Decisi che per il bene dei miei ricordi di ultimi spazzi di adolescenza sarei andata al concerto. L’attesa nell’ultima settimana era così presente che se ci fosse stato un coltello avrei potuto tagliarne un po’ per tutti e offrirvela, talmente era deliziosa. Ed ecco arrivato il giorno. Non vi dico cosa ho provato quando, ancora mezza addormentata, sentivo il diluvio che c’era fuori. Ma non potevo perdermi d’animo per questo. Prima o poi smetterà, mi sono detta (forse dovrei anche aggiungere che ho pregato, come mai nella mia futile vita per la serie di cose futili che la compongono e ho invocato anche gli spiriti del sole se può interessare). La pioggia ad un tratto si stanca e scompare per mia grande gioia. Bene. Ormai è ora, chiavi alla mano e fratello lato passeggero imbocchiamo la strada della felicità. Una volta arrivati cerchiamo di guadagnare le prime file già accuratamente occupate da ore; senza farci scoraggiare da questo iniziamo ad aspettare, ora l’attesa la tocchiamo con mano, ci sfiora, ci penetra quasi, è tutt’intorno. Ed ecco che le luci si sfumano, parte la base e non ho neppure il tempo di alzare la testa al cielo che cominciano a cadere su di noi goccioloni grossi come palline da tennis così nel giro di quindici secondi siamo zuppi da capo a piedi senza possibilità di movimenti di nessun genere, tra la folla partecipe della nostra malcapitata sorte. Una mia amica apre un ombrello e non so come ci si infilano sotto circa dieci persone. La situazione è ormai insostenibile. L’acqua è gelida e ci si spintona senza sosta. Ma non mollo, il concerto si farà, ne sono sicura! Cerchiamo in qualche modo di creare un po’ di spazio intorno a noi ma è praticamente impossibile. Per quanto fosse catastrofico il tutto non riuscivamo a smettere di ridere, in modo convulso, direi. I minuti passano e la pioggia rimane incessante. Il concerto viene annullato. Credo, anzi sono sicura che per qualche minuto il significato della parola annullato non mi è stato chiaro poiché nella follia generale continuavo a chiedere a tutti se fosse vero. Ecco l’epilogo di un sogno infranto. Ma c’è sempre una morale. Eccola: quello che ci regala il sabato, le sensazioni, le emozioni, il moto d’animo, la gioia e soprattutto quel costante immaginarsi le cose decisamente più belle di quelle che saranno è impagabile. Però poi, avrei preferito vedere anche il concerto. 

Raffaella

20/09/11

Deshabillée di Chiara Naspoli - Desideriamo sempre ciò che non possiamo avere?

Di relazioni complicate ne è pieno il mondo, di appuntamenti non a lieto fine o meglio con un fine già scritto e rivisto ne abbiamo piene le tasche, tuttavia molto spesso ci chiediamo perché ci caschiamo sempre? Per quale ragione ben conoscendo un po’ di “stereotipi” maschili ci andiamo a ficcare sempre in quella situazione complessa tanto da farci star male?
E’ dai tempi del liceo che si configura per molte la stessa trama: corteggiatissime, ma mai soddisfatte …. Perché tra i potenziali pretendenti non c’è esattamente Lui, si proprio LUI, bello e un po’ tenebroso, beneducato quanto basta, maleducato quando serve, scaltro e con quei modi da gentleman che farebbero cadere tutte ai suoi piedi, non fosse altro che …. Piccolo particolare …. Lui non ha alcuna intenzione di farsi accalappiare in una qualunque relazione!
L’universo attorno a noi appare tuttavia ristretto, perché in fondo è necessario avere proprio ciò che desideriamo altrimenti non ne vale la pena!! Però non è che quel che desideriamo è spesso in contrasto con ciò di cui necessitiamo realmente?? Il gentleman dall’aria tenebrosa e il boccolo biondo corrisponderà probabilmente al nostro stereotipo di bellezza, ma siamo davvero certe che poi abbia le carte giuste per noi?
Spesso siamo un po’ offuscate dai cosiddetti belli ed impossibili, che non ci concentriamo su ciò che di meglio offre la piazza e ci facciamo annebbiare la mente da pochi piccoli particolari, da cui spesso sfugge l’essenza nella sua totalità.
Spazio dunque non solo alle sfide ed alla caccia ai nostri miti, ma anche ai belli e possibili, che magari potrebbero nascondere qualche arma in più che ancora non conosciamo …. Esploriamo bene, dunque, l’universo circostante e concediamoci e concediamo diverse possibilità, prima di chiuderci in un uno stretto raggio d’azione!

Ed ora vi lascio con le note dellla Gianna Nannini: www.youtube.com/watch?v=xoco58gF8h0

Chiara 

19/09/11

Fashion Food di Tonia Credendino- Pasta Nera, storia italiana di grande solidarietà


Pasta nera dà corpo alla memoria storica di uno dei migliori esempi di solidarietà tra Nord e Sud del nostro paese.
 Conclusasi la 68esima edizione della Mostra Internazionale del Cinema, tra vinti e vincitori, arrotolato il rouge carpet, pensavo al  film …… del regista pugliese Alessandro Piva  che porta in scena un documentario intitolato “Pasta Nera” inserito nella sezione “Controcampo italiano”.
Cibo in scena al Lido, dunque, simbolo di solidarietà ed  espressione della cultura, dell’evoluzione economica, in una parola della storia italiana.
 La pasta nera, alimento identitario tra sogni e realtà, racconta una storia ricostruita attraverso i tanti ricordi di un viaggio fatto da bambini, ma in fondo è un’unica grande storia di solidarietà italiana. Il tempo del racconto è scandito dai protagonisti ripresi nelle loro case, nei luoghi dell’infanzia tra i loro oggetti, le poche foto custodite gelosamente.
E poi la Storia, quella della ricostruzione. Archivi, cinegiornali e filmati storici contestualizzano il paese in clima postbellico: le città sventrate, la forza indomabile delle donne, la condizione infantile nelle grandi città, e poi la fame. Quella sì che si ricorda. Così come il colore di quella pasta, nera, che dopo anni di guerra sembrava la cosa più buona del mondo.

 Un viaggio nella memoria, ma l'Italia e' ancora così? ''Le famiglie che ci hanno ospitato, aprendoci le loro case, ci hanno restituito un senso della dignità e dell'accoglienza, ci ha persuaso che il Paese ha ancora stratificato un sistema di valori forte''.

Lo sapeva bene chi a tavola metteva la pasta nera, il cibo dei poveri, fatta con i chicchi di grano che rimanevano a terra dopo la trebbiatura, era pasta nera ma saziava lo stesso. Come la solidarietà degli Italiani.

Tonia

17/09/11

wellness e fitness di Luigi Manna- Sale e pressione arteriosa..

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, il sale indurrebbe un aumento dei valori pressori, poichè renderebbe più difficoltoso per il sistema cardiovascolare regolare sia la pressione sanguinea sia la temperatura. Tuttavia, non sempre accade ciò, da un recente esperimento, condotto su un campone di ventidue soggetti sani di sesso maschile,  in cui ad ogni soggetto veniva data la somministrazione di acqua e sale al fine di poter notare la diversa reazione, qualora ci fosse stata, all'ingerimento del sale abbinato all'acqua. Il risultato è stato che ad alcuni soggetti è diminuita la temperatura corporea, invece in altri no. Questo ci insegna che ognuno di voi è diverso dall'altro e per prendervi cura di voi stessi, vi consiglio, di affidarvi sempre ad un esperto.

Luigi

16/09/11

Event di Mirko Rambone - Race for the cure

Ai Giardini Margerita di Bologna nei giorni che vanno dal 23 al 25 settembre 2011 ci sarà la V edizione di un week-end per chiunque abbia voglia di scoprire il piacere  dello sport e del benessere. Il tutto a favore della ricerca per il tumore al seno.  
 Donare è un gesto di altruismo, facile da compiere, ed assolutamente indispensabile per salvare delle vite, perche'  LA VITA è UN DIRITTO. A volte non ci accorgiamo di chi davvero necessita di noi. Persone che soffrono da anni, e ahimè non hanno soldi per pagare le cure mediche!  Chi non ha abbastanza denaro, può comunque rendersi utile dando  un po' del proprio tempo. I volontari sono una grande risorsa per le associazioni, e la vera forza motrice.  
Race for the cure è una raccolta benefica a favore della fondazione di Susan G. Komen. Un'occasione, si per capire le cause e i disturbi che può causare il tumore al seno alle donne, ma anche un motivo in più  per fare footing di domenica tutti insieme, o una piacevole passeggiata, dove l’importante, non è vincere, è passare del tempo nella pace della natura con le persone care. Ma senza dimenticare il nostro amico a 4 zampe che potrè essere il protagonista della maratona  a 6 zampe.
Inoltre, alla Race for the cure, oltre al premio dato ai primi classificati della  maratona, e alle squadre più numerose della gara, domenica 25 verrà estratto un soggiorno a New York. L' evento, nato in America già nel 1982 promuove con Samsung la campagna:
”More than talk'” per sostenere la ricerca di Susan G. Komen nella sua attività.  Raccogliendo circa 5 milioni di dollari per la causa. Da maggio fino a dicembre di quest'anno è in corso una promozione: Per ogni smartphone galaxy next venduto, samsung verserà un contributo per la ricerca. 

L’evento iniziera’ venerdì mattina e sarà possibile partecipare a lezioni di fitness, sessioni educative sulla prevenzione dei tumori al seno e tanto altro. Chiunque volesse iscriversi può farlo dando una quota di 10 euro (sia per gli adulti che per i bambini) oppure versando qualcosa in più come gesto di beneficenza.

Mirko

15/09/11

Tacchi a spillo di Marina Marino -“THE LADY”


Il cinema è da sempre il mezzo  attraverso il quale è possibile raccontare storie e vite straordinarie. E’il caso di “THE LADY”, film diretto da Luc Besson, dove l’attrice Michelle Yeoh indossa i panni  di Aung San Suu Kyi, attivista birmana costretta agli arresti domiciliari per aver voluto opporsi alla dittatura in maniera non violenta. L’attrice ha presenziato al festival del cinema di Venezia e presentato il film indossando un abito cocktail di VERSACE, un tubino nero attraversato da una saetta blu cobalto, che risaltava la sua grazia e le sue forme longilinee.
L’attrice ha con l’attivista molti elementi in comune:l’innata eleganza, lo sguardo profondo che guarda oltre l’orizzonte, l’allure etereo ma che allo stesso tempo da l’idea di forza.
La Aung infatti, racchiude in se due anime:la donna sofisticata ed elegante, che pur costretta agli arresti domiciliari non ha mai rinunciato alla sua femminilità, alle sue perle ai lobi, al suo chignon ornato di fiori, alle sue mise dai colori fluo, alla sua frangetta che le incornicia il viso.

Insomma una donna dall’aspetto fragile, ma dalla tempra d’acciaio, forgiata dalla figura paterna forte e dagli ideali precisi;La San Suu Kyi, ha sopportato ventuno anni di carcere, la lontananza dalla famiglia, dai figli, e soprattutto dal marito al quale non è stato neppure permesso di salutarla prima che un cancro se lo portasse via. 
Una donna come poche, con le proprie vanterie, le proprie velleità, ma con una testa e un coraggio che le hanno permesso di sfidare un regime fatto di uomini non in grado di comprendere la sua grandezza.
Per cui: CHAPEAU…………..!
Magari oggi ci fossero in giro più donne come lei!

Marina

14/09/11

Dettagli di Raffaella Maiullo- L’ospedale delle bambole..

Preferisco usare un incipit diverso, senza utilizzare frasi retoriche che vorrebbero far intendere una sorta di nostalgia dei vecchi tempi, anche se poi così vecchi non sono, oppure scadere nel banale con un “tutti siamo stati bambini”, per introdurre l’argomento e farvi capire di cosa parleremo in questa giornata di “dettagli”: Vi parlo del mio giocattolo preferito. Lei aveva dei boccoli neri lucenti ma un po’ troppo corti per essere una bambina e un paio di occhioni marrone cioccolata così grandi che quelli dei manga sarebbero stati due tic-tac a confronto. Indossava un vestitino rosso di velluto, col colletto bianco di uno splendido pizzo lavorato, idem l’orlo della gonna. Il mio giocattolo era una bambola, ma non era una delle tante, non era una barbie o simili. Se ne stava seduta, incollata a quello sgabellino di legno scuro e agitando le braccia armate di bacchette, a suon di cordicella, rigorosamente nascosta dalle balze dell’abito, su uno xilofono che aveva tutti i colori del mondo. In una parola, la definirei meravigliosa. Per mia fortuna non si è mai ammalata, non ha mai avuto alcun tipo di problema di salute e se ne sta ancora qui, sulla mia scrivania. Non so cosa avrei fatto se le fosse successo qualcosa, tuttavia qualche tempo fa, su una rivista pescata nel mucchio di quelle immancabili delle sale d’attesa del dentista, che però risalgono alla data dell’inaugurazione se tutto è nella norma, trovai un articolo veramente interessante che parlava di un ospedale, non uno comune, bensì di un ospedale delle bambole. Una bottega gestita dal primario Tiziana Grassi e dai suoi collaboratori, nelle cui mani vengono a trovarsi casi di tutti i generi. il più delle volte gli interventi interessano in campo ortopedico e oculistico, così è molto facile trovare tra gli scaffali del negozio braccia gambe di ogni genere e soprattutto cassetti colmi di piccolo occhietti pronti a sostituire quelli malandati delle pazienti. Tanto è vero che, il nome nasce proprio dal commento di un passante, che impressionato dalla quantità di arti abbia esclamato: << mi sembra di essere in un ospedale!>>. Le bambole che entrano qui, escono sempre sane e belle come appena scartate dal pacco ma c’è una malattia che risulta incurabile: il morbo della bambola triste. Racconta, infatti, Tiziana, che la plastica di alcuni giocattoli realizzati negli anni cinquanta, oggi risulta irrimediabilmente deformata, e caso ha voluto, che il viso prendesse la piega di un volto triste e cupo. La tradizione però la fa da padrone, in quest’angolo da favola, fu proprio il bisnonno di Tiziana e scenografo del San Carlo, ad avere l'intuizione di una struttura dove i giocattoli potessero tornare a nuova vita… ed è molto facile trovarvi, anche, volti noti come: Renzo Arbore o lo scrittore Luciano De Crescenzo.
Quindi, potete dormire sogni tranquilli: le vostre bambole avranno vita eterna. Quand’anche dovesse accadergli qualcosa ci penseranno i dottori dell’ospedale a ridargli il tempo e il sorriso, almeno ché non siano stati realizzati negli anni ’50.
Raffaella


13/09/11

Deshabillé di Chiara Nespoli- Lontano dagli occhi, lontano dal cuore?...


Le storie a distanza sono destinate a durare??

C’è chi sostiene che la lontananza riesca a riscaldare e alcune volte rinsaldare i rapporti, altri diversamente pensano che rappresenti il nemico numero uno di una potenziale relazione, il succo della domanda che oggi ci poniamo è: è possibile amarsi a distanza? I detentori di record di rapporti duraturi suggeriranno che l’amore è condivisione e che la freddezza di un telefono o della rete non possono di certo sostituirsi ai caldi abbracci, tuttavia c’è da pensare che quando il sentimento è reale e possiede una certa forza vitale non esistono oceani che possano placare il suo evolversi. Oltretutto chi vive “a distanza” non sa nemmeno cosa sia la monotonia o la routine, in quanto gli incontri sono sempre dettati dalla molta passione e spesso è l’improvvisazione a fare da protagonista. In verità non mi sento né di criticare, né di elogiare a priori le cosiddette storie a distanza, in quanto convengo sull’amore senza frontiere, ma è pur vero che è anche quella “banale” quotidianità a rendere speciali le relazioni e vivere ogni attimo, cercando di assaporare ogni momento, crea un feeling preziosissimo. La soluzione al nostro quesito sta, a mio modo di vedere, nel mezzo: lontani si, ma dagli occhi, non dal cuore!! Ciò significa che la distanza dovrebbe essere di durata ponderata alle esigenze della coppia, ma di certo tale da poter essere annullata appena si riesce!
Cuore, cervello ed occhi è meglio che camminino all’unisono!!

Dato il tema Vi consiglio di vedere Amorea Mille.. Miglia http://www.youtube.com/watch?v=osLAD90vnHc

Chiara

12/09/11

Crescere vuol dire anche investire…




Domina, marchio storico della distribuzione alimentare, ogni anno reinveste parte degli utili nel sostegno del marchio, nell’analisi della domanda, nelle strategie di promozione della brand equity attraverso il sito web vetrina www.gruppodomina.it,  nella rivitalizzazione del brand ed in progetti di ricerca di nuove opportunità e clienti sul territorio, collaborando attivamente con le facoltà del Sistema Universitario Campano ed in particolare con la Seconda Università degli Studi di Napoli. Negli ultimi anni sono stati profusi numerosi sforzi di sostegno della marca anche grazie agli strumenti di social network e promuovendo il brand all’interno di seminari, eventi fieristici e conferenze internazionali (Sana Bologna, Fiera GDO & Retail, International Conference Research, Production and Management) in collaborazione con docenti delle Facoltà di Economia e di Scienze MM.FF.NN. della Seconda Università degli Studi di Napoli. Gran parte degli investimenti sono tuttora dedicati alla pubblicità, alle rilevazioni dell’awareness attraverso questionari ed azioni mirate al fine di tenere vivi, nella mente del consumatore, i valori che da sempre contraddistinguono il marchio: innovatività, affidabilità e convenienza. 


Domina è un marchio registrato della Nicola Cristillo SAS di Michele Cristillo (Via Ruggiero, 86 – 81100 Caserta – Per info: info@gruppodomina.it – 0823.351.423 – 333.5782962– P.IVA 01535150617 
 Domina è impegnata nel corporate brand rental a livello nazionale e si avvale della consulenza di docenti di Management e
Gestione delle Imprese afferenti alla Seconda Università degli Studi di Napoli ed all’Università di Napoli “Parthenope”
Società di comunicazione e brand evaluation: Ichnos SRL (Napoli) – info: veronica.scuotto@gmail.com
 

Fashion Food di Tonia Credendino- Amaro Ramazzotti alla Vogue Fashion Nigth Out 2011...



Un fine settimana di vero fermento ….. in occasione della Vogue Fashion Night Out, la carica creativa e spiritosa di Amaro Ramazzotti ha abbracciato i quattro angoli del quadrilatero della moda con un percorso di stile firmato Ramatonic che ha premiato i fan della notte bianca più glam dando appuntamento in Terrazza Ramazzotti per un omaggio a tema comic. Sedotto dalla movida della shopping night benefica a favore dell'ambiente che coinvolge tutte le capitali fashion system, Amaro Ramazzotti ha animato le boutique Etro, Stone Island, Bikkembergs e la Galleria Nilufar.

1+4, l'equazione vincente del long drink Ramatonic (1 parte di Amaro Ramazzotti e 4 di acqua tonica con ghiaccio e fetta d'arancia), diventando una formula itinerante: 1 comune denominatore per 4 importanti snodi dello stile made in Italy.

L'amaro cosmopolita protagonista delle nuove tendenze metropolitane, ha aggiunto gusto alla Vogue Fashion Night, l'amaro italiano che ha conquistato il mondo sposa lo spirito festaiolo, friendly ed eco-responsabile della Vogue Fashion Night Out. Umorismo e creatività, ma anche una dichiarata vocazione green espressa concretamente dalla riduzione di peso del 10% della bottiglia che ha permesso una diminuzione del carbon foot print. Ramazzotti, inoltre, è il brand Pernod Ricard ambasciatore di un articolato progetto aziendale all'insegna dell'ecosostenibilità.

Per chi c’era …..non potrà smentire il divertimento senza cader vittima del "fashion jet-lag".

11/09/11

Charme e Relax di Giuseppe Musella- Maldive….Maldive….

Per chi avesse ancora qualche giorno, cosa ci sarebbe di meglio?
La concretizzazione di quella che è l’idea che abbiamo del paradiso.
Certo, il viaggio è lungo e non particolarmente economico ma, dopo quelle ore di volo, di certo non vi pentirete.
Lasciate perdere quello che vi dicono dei colori delle spiagge di qualsiasi altra parte del mondo…quella è davvero bianca e finissima..e poi i colori del cielo, del mare, della vegetazione….i coralli della laguna e i pesci tropicali.

Oppure la sensazione di vivere scalzi, entrare al ristorante sentendo i granelli di sabbia tra le dita dei piedi e la possibilità di vivere ascoltando solo il rumore del mare.
Non importa l’atollo, non importa il villaggio e nemmeno se la vostra over-water sia, o meno , dotata della Jacuzzi.
L’importante è andare lì….
Ps…si può partire anche con uno zaino; tutto ciò che vi servirà sarà il costume….

Giuseppe


10/09/11

Wellness e Fitness di Luigi Manna- Kilocaloria...


Cari lettori\trici di EMME , quante volte avete sentiti la parola CALORIA, oggi il vostro P.T. vi spiegherà di cosa si tratta ...
Si definisce come KILOCALORIA la quantità di calore necessaria ad aumentare di 1°C, la temperatura di 1kg di acqua. Il simbolo per kilocaloria è Kcal. Le varie sostanze alimentari si differenziano in base al contenuto calorico. Ad esmpio, un bicchiere di succo di albicocca ha indicativamente un valore calorico di 70kcal, cioè possiede una quantità di energia sufficiente ad elevare di 1°C la temperatura di 70kg di acqua. La caloria è esprimibile in unità di lavoro e, quindi, non ha nulla a che fare con la provenienza. In altre parole, è sbagliato pensare che 500 kcal di gelato al cioccolato con panna montata spolverata di noccioline facciano ingrassare di più di 500 kcal che provengono da un melone, dal formaggio, da una pizza o da un tramezzino al salmone, 500 kcal sono sempre 500 kcal.

AMATEVI . YOUR WELLNESS IS MI MISSION.

Luigi Manna P.T.M.F.S.