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31/08/11

Dettagli di Raffaella Maiullo - L’estate sta finendo e un anno se ne va...

Spesso ho usato questo spazio come finestra sul mio mondo e invece di parlare di un nuovo modo di fare arte e simili che poi in realtà sarebbe il fine ultimo della rubrica, ho divagato, fiducia e comprensione permettendo. Agosto è volato, mi è scivolato addosso, mi ha urtata un pochino ed è fuggito in fretta e furia da me quasi come se stesse provando disgusto, collera e rancore nei miei confronti, potrei paragonarlo al tramonto che quasi sempre mi coglie impreparata alla sua bellezza e che non mi concede neppure un momento per apprezzarlo, che già è terminato; e così sono finite le vacanze, effettivamente mai cominciate perché non sono “mai” partita. In compenso vorrei dire che questo tempo non è passato invano. Ho incontrato tante persone, ne ho perse altre, ho capito che per ottenere una crema pasticcera delicata e senza grumi è meglio cuocerla a bagnomaria e setacciare prima la farina, ho capito che non farò mai la pittrice, che la mia indecisione cronica è una malattia da non sottovalutare, che è ingiusto giudicare le persone senza nemmeno conoscerle ma, è ancora più grave giudicarle in presenza di altre che potrebbero riferire i fatti con note di acidità superiori a quella già utilizzata, che è meglio avere una tasca piena di caramelle piuttosto che di soldi, che Fabrizio De André è e resterà l’unico uomo capace di emozionarmi e farmi sorridere il cuore, che a volte desiderare tanto una cosa è un buon modo per cominciare ad ottenerla anche se solo con la testa, che saper fare la pizza è cosa buona e giusta, che fare regali è quasi più bello che riceverne specie quando sono ben accetti, che essere disponibili ripaga sempre, che ostinarsi a non voler comprare un cellulare nuovo solo perché apparentemente non presenta danni gravi, pur non funzionando più il microfono non è molto sano, che i carabinieri sono bravissime persone… idem i vigili del fuoco, che le zanzare non hanno pietà, che prima di comprare un paio di scarpe è il caso di provarle entrambe perché potrebbe succedere che una è troppo stretta, che il vintage è di moda sempre e che gli imprevisti fanno parte di ogni situazione umana. E allora i Righeira fanno bene a cantare che non gli va che finisca l’estate, non va nemmeno a me. Affatto. Credo, oltremodo che non vada a nessuno di diventare grande e ancora peggio di accorgersene ogni primo settembre.
http://www.youtube.com/watch?v=FcXV1t_QIPQ



 


Raffaella

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30/08/11

Deshabillée di Chiara Nespoli - Vacanze da single o di coppia?...

Probabilmente la mia sarà una posizione condivisibile, anche se non da tutti e le critiche fioccheranno, ma io continuo ad affermare che non riesco a comprendere la necessità di coppie solide di far vacanza da soli. Sempre più spesso si afferma che una coppia ha necessità di vivere momenti di indipendenza e sviluppare spazi di autonomia, ciò è senza dubbio corretto, tuttavia decidere di organizzare due mete, due modalità e tempi di vacanze separate non mi risulta un espediente particolarmente chiaro. A mio parere una coppia ha necessità di condividere il periodo vacanziero, in cui si sa, siamo tutti più rilassati sereni e ben disposti al dialogo, dunque tale lasso di tempo dovrebbe aiutare a solidificare e dare nuovi stimoli alla coppia. Condividere i momenti migliori dell’anno aiuta a collezionare nuovi intensi ricordi, provare nuove emozioni e rinforzare la reciproca intensa. Il desiderio di indipendenza è accettabilissimo, ma se troppo presente dovrebbe far riflettere, in fondo la vita di coppia si passa in due e se l’altro è un peso …. Forse è meglio ripensare non solo alla vacanza!!

Chiara

29/08/11

Fashion Food di Tonia Credendino - Maurizio Marcato a tutta birra con le Pin Up da burlesque...


"Un inno ai piaceri del biliardo e della birra, tra maliziose lingerie, stampe vintage e arredi stilosi". (V.P.)

 
Maurizio Marcato, uno dei più poliedrici e creativi fotografi italiani alla Icebox Quality Framing & Gallery di Minneapolis è in mostra fino al 3 settembre, arte ispirata agli artisti di Pin Up, lo stile apparso negli anni Quaranta negli Stati Uniti e approdato in Italia negli anni del Dopoguerra. Negli anni Sessanta, culmine della ripresa italiana, il giovane Maurizio Marcato  subisce il fascino della bellezza idealizzata di quelle Pin Up che invadono la pubblicità. Ecco, di quel periodo, il suo racconto insieme alle immagini costruite sul filo del burlesque.
“Non era ancora sparita l’ombra lunga della seconda grande guerra e il vertiginoso progresso, che di lì a poco avrebbe per sempre sconvolto il secolare paesaggio. La vita e la voglia di vivere spingeva, pronta a fiorire come la voglia di campare dopo una brutta malattia, come la felicità dopo un mal di denti.
Le donne, loro, liberandosi dell’infame violenza e buio portati dalla guerra si impadronivano della scarcerata moda di allora, esibivano i loro superbi fianchi, scolpiti da un largo cinturone che chiudeva il giro vita strettissimo, i seni prorompevano senza gravità e scoprivano le loro morbide e dolcissime forme.
Questa nuova era, che in America aveva già regalato una rivoluzione musicale, di design, culinaria, nell’automazione, nelle conquiste spaziali, per l’Europa e l’Italia era appena iniziata ed aveva iniziato aprendo le porte ad un uovo mondo, che rompeva per sempre i trascorsi schemi, promettendo benessere e felicità contro sacrifici e pentimento; una promessa mantenuta per mezzo secolo”. (M.M).



“Felicità e benessere sono ormai un’illusione del passato, e allora…. allora subentra la nostalgia per quei fantastici momenti di promessa, nostalgia per uno straordinario momento storico che, nel suo impegno, ha rappresentato un apice per l’umanità e che il futuro di oggi di certo non può accordare. Sarà questo, sarà il mio amore per le donne, per quello che sono e rappresentano, ma il fascino che esercitano quelle figure candide e allegre create dai grandi autori americani come Joyce Ballantyne, All Buell, Edward Runci, il grande Gil Elvergren e moti altri ai quali mi sono ispirato, la loro poesia o musica, continuano ad affascinarmi oggi come allora. La fotografia, che era alla base dei disegni, che ha contribuito a cambiare le regole ottocentesche del disegno vanificandone l’aspetto artistico-illustrativo, la fotografia è quello che mi serviva per dare vita a questo divertente screening girato a casa mia attorno al gioco del biliardo, della nostalgia, del burlesque”. (M.M).


Risultato: grande cura posta per rendere la scena particolare e stilosa con oggetti e arredi, in questa mostra viene realizzata la piacevole esperienza di bere la birra che nell'inconscio collettivo è sempre stata oggetto di desiderio, di piacere, gratificazione sensuale ed estetica, una simbologia facilmente abbinabile alla donna che da oggetto passivo, poi è passata a essere soggetto attivo e quindi socialmente influente sulle mode, sui consumi, sugli acquisti e così via.
Tante birre tante donne, tanti modi e tante mode per bere questa nostra millenaria bevanda che, esattamente come l'altra metà del cielo, sa offrire momenti sinceri e veramente speciali.

Un’epoca che non ho vissuto, io , nata nella metà degli anni ottanta ma se potessi rinascere...

Tonia


28/08/11

Residenza di charme di Giuseppe Musella - Ponza, tra mille colori...


Una nave….poche decine di minuti di mare….ed ecco Ponza;  piccola perla del Mediterraneo.
Sin dallo sbarco si ha chiara la percezione dell’atmosfera che pervade questo posto; il piccolo e suggestivo porto, le stradine strette così tipicamente isolane e, naturalmente , i fantastici colori del mare.

A Ponza ci sono pochi hotel e, dunque, troveremo accoglienza presso i tantissimi privati che fittano stanze e piccoli appartamenti o, se si è più fortunati, a bordo dell’imbarcazione con cui si è raggiunta l’isola.
Come spesso accade per le isole, infatti è proprio con una barca, non importa se piccola o grande, che Ponza può essere vissuta appieno ; decine di calette e insenature caratterizzate da scogliere a picco sul mare dai colori incantevoli.

Questo è il modo migliore per  trascorrere la giornata…almeno fino a quando il sole fa bella mostra di sé.
Ritornati dalla piccola traversata, sicuramente un po’ stanchi, si può scegliere di fermarsi al porto per sorseggiare un drink o, se si preferisce il classico aperitivo in stile Formentera, andare alla spiaggia del Frontone, costantemente collegata all’isola mediante piccole imbarcazioni.

La musica ci accompagnerà fino  alle 20:30, orario in cui si tornerà al porto, forse un po’ brilli ma sicuramente divertiti e pronti per prepararsi alla cena, magari in uno dei tanti ristoranti che offrono, ovviamente, specialità di pesce.
La vita notturna non è particolarmente frenetica ma, di certo, non mancano piccoli bar, su tutti il Tripoli, oppure discobar dove è possibile tirare fino a tardi.
A proposito a settembre, Ponza è ancor più bella….

Giusepper

27/08/11

Wellness e Fitness di Luigi Manna - Gli errori più comuni e come renderli vincenti.


Cari lettori\trici di EMME ci avviciniamo purtoppo alla fine delle vacanze, e si ritorna a casa sempre con qualche chiletto di troppo, ma tranquilli il vostro P.T. è qui per darvi i consigli giusti per ritornare in forma . Cosa non fare, digiunare o saltare i pasti. Per molte persone, l'astenersi completamente dal cibo sembra più facile che limitarne la quantità, ma non sanno che digiunare può produrre problemi seri come cattivo funzionamento renale, stanchezza, crampi muscolari e altri problemi al proprio corpo. In realtà, la via più efficace, per perdere peso è quella di seguire un regime dietetici bilanciato ASSOCIATO SEMPRE AD UN ESERCIZIO FISICO DELLA DURATA DI UN MINIMO DI 30' AD UN MASSIMO DI 60'. 
L'esercizio duraturo e continuo assicura che la maggior parte del peso perso è dovuto alla perdita di GRASSO e non di MUSCOLO. 
Il mio consiglio? Provate 3 sessioni di esercizio fisico a settimana della durata di 30-60' per 8 settimane e otterrete risultati INASPETTATI . Aspetto le vostre domande. Vi aspetto la prossima settimana. AMATEVI

Luigi Manna P.T.M.F.S.

26/08/11

Event di Mirko Rambone - La Milano Vogue Fashion Night Out è alle porte: 8 settembre Milano; 15 settembre Roma...


Ecco, per il terzo anno di fila Milano, e per la prima volta Roma, oltre a tantissime altre città di tutto il mondo ricopre la notte di mille luci colorate, negozi aperti fino a tardi per i fashion addict. E poi concerti, orchestre ed esposizioni di fotografia ed arte  per i più appassionati.
Vivienne Westwood proporrà un’evento esorbitante proprio all’ interno della boutique di corso Venezia, 25. La stilista inglese propone per l’ occasione un modello di shopping bag  in canvas naturale. 

Modello semplificato della Africa bag. Ospite all’ evento dj Donut di Razzputin e more.
Camper, invece, con lo store ubicato in via Monte Napoleone 6, apre i battenti alla musica indie rock e electro di dj Dave. Il messaggio di Camper è da sempre quello di rispecchiare un nuovo stile di vita, un nuovo modo di pensare basato sulla libertà e in cui vi fosse spazio anche per il comfort e la creatività.
Alcuni brands come: Byblos, Gloves, Lanvin, Moncler Sermoneta hanno creato, proprio per la Milano Vogue Fashion Night Out, delle carinissime t-shirt in limited edition. 


Date mondiali:
6 settembre: Russia
7 settembre: Spagna
8 settembre: Australia, Francia, Germania, Corea, Messico, Portogallo, Inghilterra, Brasile,
9 settembre: Rio
10 settembre: Taiwan e India
11 settembre: Cina
15 settembre Grecia e Turchia
5 novembre: Tokyo (per rispettare il disastro ambientale provocato dallo Tsunami)

25/08/11

Tacchi a Spillo - Qi pao, uno stile tutto orientale...

Qi pao 旗袍(cheongsam in Cantonese), nato durante la dinastia Qing, è un abito che richiama la cultura della nobiltà cinese. E' un abito casto ma al tempo stesso non nasconde la femminilità e la sensualità di una donna orientale. Attualmente ci sono molte rivistazioni dello Qi pao, come quello utilizzato alle Olimpiandi del 2008 a Pechino (vedi figura al centro).

Oppure la scelta di indossare il qi pao come abito da sposa (vedi abito rosso) rigorosamente in rosso, che per il popolo cinese è simbolo di felicità prosperità e buona fortuna.
Le donne usualmente commissionavano il qi pao scegliendo il tessuto da utilizzare, il sarto ed il modello, abitudine in voga tutt'ora. Il prezzo di aggira dai 50  ai 5000 dollari, dipende dal tessuto e dal tipo di lavorazione scelta. Un consiglio: quando ne acquisterete uno siate bravi a negoziare il prezzo, non preoccupatevi se non conoscerete il cinese la moneta, si sa è una lingua internazionale e riuscirete ad intendervi.

24/08/11

Dettagli di Raffaella Maiullo - Cucchiai e forchette non solo posate...

Cucchiai e forchette una volta inutilizzabili sotto il profilo che di norma gli è attribuito che fine fanno? Spazzatura. O, nel migliore dei casi raccolta differenziata. Ma chi di voi penserebbe a questi oggetti come dei cavalli al galoppo? Sayaka Ganz l’ha pensato e li ha anche realizzati. L’artista americano di origine giapponese infatti, utilizzando solo ed esclusivamente oggetti di recupero realizza sorprendenti opere d’arte. Ha dichiarato: “Trovo oggetti scartati dalle case popolari e do loro una seconda vita".  Per l’artista trasformare questi scarti in qualcos’altro è anche e soprattutto “un processo di bonifica e rigenerazione” personale oltre che sul piano artistico. Le sculture, poi, che ne derivano, riproducono animali di ogni sorta  e forme che sono così dinamiche da sembrare in movimento. Vi invito, se non l’avete fatto a dare un’occhiata anche ad un vecchio pezzo di questa rubrica dove si parlava di ombre intese come opere artistiche, poiché nascevano dalle cose più impensate, persino da cumuli di spazzatura disposti a regola d’arte http://emmemag.blogspot.com/2011/05/dettagli-di-raffaella-maiullo.html.

22/08/11

Fashion Food di Tonia Credendino - Il nuovo cuore della metropoli milanese ha un nuovo “chic address”.

Moët & Chandon serve champagne al settimo cielo, anzi al settimo piano. Lo champagne più amato dalle star è pronto a far tintinnare i calici che si innalzeranno nella food hall del settimo piano de la Rinascente di Milano.
Moët & Chandon non poteva scegliere una location migliore per aprire la prima Champagnerie del marchio: vista sulla terrazza più panoramica della città, le guglie del Duomo a pochi passi, sei piani per lo shopping sotto i piedi.

Il wine & food entra così in uno dei templi dello shopping milanese, ma il binomio tra enogastronomia e templi del lusso, in altre città d’Europa, esiste da tempo. Basti pensare ad una delle tappe obbligate di ogni “buon turista”, i magazzini Harrod’s, famosi per le inconfondibili borse di plastica accanto all’altro pilastro di Harrod’s è il wine & food ma anche El Corte Ingles in Spagna dove il grande vino, ed i grandi pata negra, vivono sotto lo stesso tetto di capi firmati, profumi, oggettistica, all’interno dei magazzini.


Champagne ed ostriche? Di più, champagne, ostriche ... tailleur e eau de parfum! In questa luxury lounge, non solo champagne, ma anche ostriche, salmone affumicato, caviale e un menu di delicatesse elaborate ad hoc per accompagnare i migliori Champagne della Maison, che sia il nuovo arrivato Moët & Chandon Ice Impérial, oppure il Moët & Chandon Grand Vintage 2002 che consiglio ampiamente per un brindisi fine, leggero e pregiato. Flûte per degustazioni esclusive con abbinamenti raffinati e inusuali, tasting di millesimati in atmosfera da Câve, pregiati appetizers che stimolano al contempo mente e palato. La Champagnerie è un ideale “cozy corner” per incontri intimi, ma anche una luxury lounge d’élite per aperitivi fra amici, in un clima sofisticato e lontano dal caos metropolitano. Il locale non rinuncia ad un arredamento di lusso: mobili avant-garde con stools di design e il gusto vintage della cristalleria di pregio creano i presupposti per un mood contemporaneo. Una nuova tappa obbligatoria dell'edonismo milanese, se non altro una scusa in più per far parte della Milano cool.





Tonia

20/08/11

Deshabillée di Chiara Nespoli - Armi di seduzione di massa....

Secondo una recente ricerca formulata dall’Università di Albany negli USA le donne con un numero di scarpe non superiore al 38 sarebbero più fertili e longeve e il piccolo piede sarebbe percepito dagli uomini come più sexy ed intrigante, in quanto consente una camminata leggiadra e discreta.
I piedini delle moderne Cenerentole rappresenterebbero, dunque, nuove armi di seduzione? Ma quanta veridicità esiste nel ritenere che un punto o più parti del corpo femminile/maschile siano tanti attrattivi? Comuni ed arcaiche leggende metropolitane incoronano sedere e mani maschili come oggetti di sommo interesse da parte del gentil sesso, mentre per l’opposto universo un degno davanzale sconvolgerebbe ogni mite proposito. Ma resta da chiedersi se ormoni e feromoni si muovano per davvero così a comando o se il processo sia in realtà più complesso? Trovo che al di là di una analisi corporea semplicistica ciò che sia davvero da indagare è la sensualità che ognuno esprime indipendentemente dalla fisicità, una donna può essere anche estremamente bella, ma intensamente frigida, così come un bronzo di Riace può essere giudicato poco capace nell’esaudire tutti i desideri femminili. La sensualità e la seduzione sono talvolta doti innate, altre si acquisiscono con diverse esperienze di piacere e possono risiedere in una parte del corpo come in tutte e, le sensazioni che provocano, possono essere di entità superiori al pensabile. Basta esserne consapevoli o meglio, è utile essere consapevoli che non tutte le donne con piedi da Hobbit sono poco attraenti e non tutti gli uomini con nasi aquilini non destano attenzione, ma saper valorizzare i propri pregi e minimizzare i difetti, credendo in se stessi e sentendosi in prima battuta noi, attratti da noi stessi, è il primo passo per piacere!

Chiara

19/08/11

Dettagli di Raffaella Maiullo - Lu salentu, lu mare, la pizzica...

Non si potrebbe chiamare estate se non comprendesse almeno una delle tre. Per quanto riguarda la mia devo dire che non me ne sono fatta mancare nessuna in un certo senso. Anche se in particolar modo mi sono dedicata alla terza; si, ammetto che il ballo non è il mio forte, che neppure un bradipo è più pigro di me quando si tratta di muoversi (qualunque sia l’azione) ma quando arriva agosto cambia ogni cosa. Probabilmente paragonerei la taranta, la pizzica, alle melodie del pifferaio di Hamelin, che col suo strumento magico conduce a sé tutti i topi, e anche se mi sono appena paragonata a dei ratti che per giunta non fanno una bellissima fine perché poi, in realtà, vengono stregati e fatti affogare nelle acque del fiume l’esempio rende perfettamente l’idea. Nessuno resiste al ritmo coinvolgente della musica, di quella musica in particolare, studiata apposta per questo, al grido di “ballati tutti quanti”. Tuttavia, non stiamo parlando semplicemente di una danza, ma di una vera e propria tradizione che si è diffusa solo negli ultimi vent’anni e che dal Salento ha investito tutta la penisola diffondendosi come una sorta di neo-pizzica, nella sostanza molto diversa da come la tradizione la accetterebbe che si è diffusa in maniera esponenziale tra la gente. Ad ogni modo, la pizzica ha origini molto antiche che sembrano risalire al periodo della Grecia arcaica in relazione al culto del dio Dioniso, diffusissimo nell’Italia meridionale. Il vino poi, contribuiva certamente a lasciasi andare ai balli più sfrenati, presi per giunta, dalla frenesia della musica e dall’ubriachezza; col passare del tempo, Dioniso divenne noto anche come dio del benessere e gli si attribuiva la proprietà di guarire i mali. Così il rapporto tra il culto del dio e la guarigione dalla malattia si faceva sempre più forte fino alla sua risoluzione tramite la sua invocazione. Le persone che venivano morse dalla tarantola, infatti, cadeva in una sorta di choc simile quasi a una crisi epilettica che, presa per danza di liberazione dal demonio veniva accompagnata dal tamburello, dalla chitarra classica e dall’organetto principalmente, che ancora oggi sono gli strumenti fondamentali per la buona riuscita della pizzica, anche se negli ultimi anni si è in un certo senso “raffinata” con l’utilizzo del violino. Dopo l’avvento del cristianesimo mutò la figura di riferimento per quanto riguardava la “guarigione”, ma non cambiò certo il rito. Ora Dioniso era sostituito dalla figura di San Paolo ma la musica era sempre la medesima. Il “pizzicato”, agitava il corpo in preda alla frenesia del veleno fino allo stremo delle forze.
Ad oggi, questo è vero e proprio genere musicale che permette a tutti di fingersi tarantolati e ballare senza freni, spesso in coppia ma senza una regola fissa e senza costrizioni, utilizzando molto spesso un fazzoletto per rendere i movimenti più accentuati e veloci. Ecco qui un sito dove si possono trovare i maggiori gruppi di musica Salentina e magari cercare la data di qualche concerto per poterli sentire e ballare, soprattutto, http://www.salentu.com/artisti.asp!

Raffaella

15/08/11

fashion food di Tonia Credendino- Frushi: il sushi diventa "green" e si fa con la frutta...

Quelle strane formine, tutte regolari e colorate, mangiate con le bacchette, un certo fascino lo hanno sempre avuto. Se, però, ne siete rimasti immuni perché a frenarvi dal farle fuori come nei cartoni giapponesi, è da sempre la presenza del pesce, tanto più se crudo, preparatevi anche voi alla grande abbuffata di sushi perché sta dilagando quello alla frutta.

Ovviamente, ma non poteva essere altrimenti, si  chiama frushi e riesce a coniugare il sapore e la fantasia dei prelibati, quanto estetici bocconcini nipponici, alla freschezza e alla salute dei succosi, quanto "green" prodotti dei campi. Riso e frutta (rigorosamente di stagione e meglio se bio) si sposano per dar vita a questa variante "verde" del sushi che sta stuzzicando i palati di vegetariani, vegani e gourmet di tutto il mondo.

Mantenendo i canoni estetici e le regole di preparazione che contraddistinguono il piatto giapponese a base di pesce, il frushi può essere elaborato con diversi tipi di frutta e personalizzato attraverso l'aggiunta di spezie o ingredienti come lo yogurt, l'aceto, ecc...
Proliferano così sul Web tante differenti ricette per provare a realizzarlo da soli, una più invitante dell'altra. Gettonatissima la variante con il latte di cocco, reperibile su NewsFood anche in italiano.
Melone, kiwi, banane o fragole poco importa, spazio alla fantasia e a tanta frutta, potrebbe rivelarsi un modo divertente ed esotico per incentivarne il consumo, rigorosamente con le bacchette.
E, come tutti sappiamo, la frutta nei periodi più caldi dell’anno come questo deve essere consumata in abbondanza, quindi perché non farlo con qualcosa di diverso? 

Se vi sta già venendo l’acquolina in bocca, non esitate,  qui sotto trovate una semplice ricetta indicata dal sito inglese "Little Window Shoppe".

Ingredienti: 
50 ml di acqua; 200 grammi di riso per sushi; 50 grammi di zucchero; 50 ml di latte di cocco; un pizzico di sale; 10 spicchi di arancia; 20 lamponi freschi; 1 yogurt alla vaniglia (170 m circa). 
Preparazione: 
Portate a ebollizione l’acqua e versate il riso. Fatelo cuocere circa 15 minuti facendo assorbire l’acqua quasi del tutto. Toglietelo dal fuoco e lasciatelo riposare per altri 15 minuti. 
Trasferite il riso in un’insalatiera, aggiungete lo zucchero, il latte di cocco e il sale e mescolate molo bene. 
Coprite bene il tutto e lasciate riposare una ventina di minuti. Formate delle piccole palline con il riso (20 in tutto), schiacciatele in seguito, fino a farle diventare ovali. Quindi ponetele su un piatto rivestito di carta da forno. Al centro di ognuna applicate uno spicchio di arancia o due lamponi schiacciando leggermente per farle aderire bene. Coprite bene il piatto sino a che non è ora di servire. 
Servite insieme allo yogurt per poterle immergere al suo interno.


Tonia

14/08/11

Charme e relax - Dove vorresti essere adesso?

Seduta davanti ad un pc pensi dove vorresti essere adesso: in un meraviglioso giardino zen a leggere un libro e sentire il suono leggero dello scorrere dell'acqua ed il fruscio del vento che smuove dolcemente i capelli, donandoti una sensazione di tranquillità. Essere nei giardini zen di Holland Park, situato nel distretto di Kensington e Chelsea (London), è li che vorrei essere. Del resto, gli stessi George Byron, Thomas Macaulay, Benjamin Disraeli, Charles Dickens e Walter Scott amavano passare il loro tempo in questo splendido giardino.

E' un luogo quasi incantato dove il tempo sembra fermarsi e dove si può pensare tranquillamente a sè stessi oppure condividere quella magia con il proprio amato. Camminare a piedi nudi sul prato mano nella mano e fermarsi per un pic nic, allontanandosi dalla confusione metropolitana e sentendosi a contatto con la natura. A volte si dimenticano i piaceri genuini essendo bombardati dai messaggi subliminali delle grosse catene del food eppure basta poco per passare una giornata indimenticabile.
Ah dimenticavo, a farvi compagnia potrebbe esserci un pavone.

13/08/11

Wellness e Fitness- i benefici del pilates

Oggi si sente tanto parlare del Pilates e quanti si sono chiesti: sarà una moda oppure apporta benefici al corpo?
Il metodo di Pilates aumenta la forza muscolare senza creare un eccesso di massa muscolare, creando un corpo più longilineo e tonificato, con gambe snelle e addominali piatti.
Con gli esercizi di Pilates si prende coscienza del proprio corpo, coordinamento fisico e mentale migliorando la postura e aumentando l'abilita nei movimenti. Quindi, non solo il corpo ne trarrà beneficio ma anche la vostra mente.

I concetti chiave del pilates sono pochi e lineari.
1- Respirazione: il pilates allena anche i polmoni, oltre che i muscoli; la respirazione profonda ossigena il sangue, attiva la muscolatura profonda e aiuta a rilassarsi.
2- Baricentro: ogni movimento deve partire dal centro del corpo, la zona intorno all’ ombelico. E’ vista come centro di forza e di controllo di tutto il corpo.
3- Precisione: un unico movimento accurato è meglio di dieci movimenti imprecisi. La qualità viene prima della quantità!
4- Concentrazione: eseguire ogni esercizio in modo corretto, concentrarsi su se stessi e dimenticare il mondo esterno aiuta a rivitalizzarsi e rilassarsi.
5- Controllo: tutti i movimenti devono essere eseguiti in maniera consapevole e guidata. In questo modo si allena il fisico in maniera intensiva proteggendolo dalle lesioni.
6- Fluidità: tutti gli esercizi consistono in movimenti fluidi.
Un consiglio dopo il lavoro fate un'ora di lezione pilates, vi sentirete rilassati ed energici.

12/08/11

Event - Louis Vuitton si racconta...


In Beijing la Luis Vuitton racconta la sua storia fino al 30 agosto. Presso il national museum of china (http://www.chnmuseum.cn/) in Tian'anmen Square, attraversando la Forbidden City, e' possibile ammirare la lunga storia dell'esclusivo brand francese, nata nel 1854: troverete valige,  abiti, borse ed altri pezzi d'arte che hanno contribuito alla diffusione mondiale del brand LV.

Un brand che nella capitale cinese, Beijing (Pechino), e' riconosciuto per il suo lusso ma anche per la sua storia che ha negli anni forgiato un modello di vita per milioni di donne, ed ad oggi anche di uomini e dei nostri amici a 4 zampe, partendo dalla Francia fino ad arrivare al mondo asiatico. Quindi, se tra i vostri mega viaggi vi trovate nella particolare Beijing e siete appasionati di moda, vi consiglio di immergervi tra il passato e futuro della LV. Una cosa importante: portate sempre con voi un dizionario cinese, solo cosi' potrete comunicare :)
 
Good luck!
 

10/08/11

Dettagli di Raffaella Maiullo - Lost in translation

Un po’ di anni fa, mentre mia madre era intenta a fare la spesa ed io mi aggiravo per il supermercato con l’aria di qualcuno che è stato trascinato lì più per forza che per altro trovai riparo in quell’angolo che di solito viene adibito ai libri. Libri? Best seller, romanzi d’amore, grandi classici, quaderni da colorare e book-interattivi per bambini. Nulla di particolarmente allettante per quel che poteva incuriosirmi e presa dallo sconforto affondai la mano in uno di quei cestelli del tutto a 5 euro lanciandomi in una sorta di caccia al tesoro. Fu così che trovai uno dei miei libri preferiti. Non ho idea di come fosse finito lì, tra smalti e creme ma il fatto è, che ormai era destinato a diventare parte della mia libreria. Il titolo che lessi era un po’ ambiguo ma, per fortuna ho il vizio di leggere sempre una pagina a caso verso la fine per convincermi a comprarlo. “Quando il primo amore uccide” non aveva nulla che vedere con quello che lessi. Non era affatto all’altezza, anzi, era il mero tentativo di qualche titolista-marketing per fare in modo che un libro degeneri  a fiction d’amore da quattro soldi e perda totalmente il senso di sé, della storia, del racconto. Posso solo dirvi che nessuno muore, anzi il senso dell’opera è proprio l’opposto. Il libro è piuttosto un messaggio di speranza,  un’autobiografia piena di poesia e vita, non a caso l’incipit cita l’autrice: “sopravvivrò, lavorerò, mi batterò per l’informazione”, alludendo alla storia che tratta il tema dell’aids.
On n’est pas sérieux quond on a dix-sept ans. Il titolo originale, nulla a che vedere con quello tradotto, infatti la resa in italiano sarebbe: a diciassette anni, uno è sempre poco serio, tratto dalla poesia di Rimbaud, Roman. Tuttavia questo non è l’unico caso di lost in traslation che ho incontrato in questi anzi, anzi. Tanto per citarne qualcuno, “A walk to remember (una passeggiata da ricordare) ” diventata “I passi dell’amore” estrapolando alcune parole da una frase del testo; “The sound of music (il suono della musica)” eccolo trasformarsi in “Tutti insieme appassionatamente”, ormai troppo famoso per non essere conosciuto in questa forma. purtroppo questo genere di incoerenza col titolo originale impera sovrana anche nei film. “Dead poets society (la setta dei poeti estinti)” è diventato “l’attimo fuggente”; e chi non si ricorda “Il tempo delle mele”? … beh, in realtà sarebbe “La boum (la festa) ”! e come questi ci sarebbero mille altri esempi da riportare. Un consiglio che posso darvi perciò, è quello di non soffermarvi e di scoprire sempre il titolo originale di un’opera, qualunque sia la sua natura… e non dimenticatelo, stay hungry, stay foolish!


Raffaella Maiullo

Deshabillée di Chiara Nespoli - Il primo appuntamento …. Massima attenzione ne va del futuro della relazione!

Tutti voi ricorderete con entusiasmo, sorriso o dannazione il primo incontro con il vostro Lui/Lei, in cui c’è stato bisogno di circa tre ore per scegliere l’abito adatto, per giorni avete riflettuto su cosa dire, cosa fare, come comportarvi, quale argomento affrontare, per poi verificare che talvolta tutti i “preparativi” sono vani ed un po’ la sorte, un po’ l’improvvisazione prendono possesso della situazione. GRAVE ERRORE!!!! Ciò che farete, ciò che direte, ciò che dimostrerete di saper fare al primo appuntamento influenzerà sempre il vostro rapporto! Perché, mie care amiche, gli uomini sono abitudinari e vanno instradati sin da subito!
Ovviamente il discorso di oggi non vale solo per il primo singolo appuntamento bensì per il primo periodo di frequentazione e conoscenza, ma è bene chiarire le regole da principio. Ricordate se al primo appuntamento decide di pagare la cena alla romana, per lui quello sarà il modus operandi, se vi mostrate più abile di lui nella scelta della romantica location e nell’organizzazione della serata, per lui non esisteranno più idee carine, se vi mostrate molto indipendenti l’attenzione ai particolari sarà sempre minima e soprattutto MAI, MAI essere le prime nel fare i complimenti!!!

Il segreto, carissime, è nel NON MOSTRARE DI SAPER FARE, gli uomini devono poter sempre pensare di essere più capaci, più in gamba, più forti, più intelligenti, lasciate loro questa falsa convinzione e disponete tutto a vostro vantaggio! Siate furbe e scaltre, come è nel vostro DNA e tenete pure in tasca i vostri formidabili assi da tirar fuori solo nei momenti opportuni (ma che siano davvero opportuni ed inderogabili), per il resto fingetevi sempre fragili principesse moderne in attesa e in dipendenza del “principe”, che all’occasione dovrà calarsi nei panni dell’idraulico, dell’autista, dell’elettricista, del tecnico audio e video, perché “purtroppo noi non siamo capaci!”, così il tempo guadagnato va tutto spesso tra messa in piega e manicure!!!


Chiara Nespoli