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31/05/11

Deshabillée di Chiara Nespoli - Le storie passate fungono davvero da insegnamento per quelle future? O rappresentano solo dei fardelli di cui liberarsi?


Poche volte nella vita si ha la fortuna di conoscere sin da subito il compagno ideale, prima difatti si incorre spesso in storie sbagliate, in relazioni banali, in incontri senza futuro. Tuttavia ognuna di queste vicende lascia in noi anche un minimo segno, che va a comporre una sorta di mappatura, una segnaletica interna, in base alla quale, il nostro cuore selezionerà in seguito gli stimoli esterni.
Ma c’è da chiedersi quanto di buono vi sia in questa funzione auto-selettiva del nostro organismo, quanto le storie ed i fantasmi del passato condizionino la vita amorosa del presente e soprattutto un animo scevro da condizionamenti non è forse in grado di riconoscere meglio i segnali amorosi?
Che la storia sia maestra di vita, è un fatto risaputo, ma per le vicende del cuore, purtroppo i condizionamenti non sono mai giovamenti: non facciamoci troppo imprigionare dai fantasmi del passato! Traiamo da essi gli opportuni insegnamenti, ma mai lasciare che essi prendano il posto delle nostre emozioni, meglio un altro errore, che perdere un momento per paura!
Perché la vita è una, ed ognuno è differente, ogni attimo imperdibile, ogni momento irripetibile!

30/05/11

Fashion Food di Tonia Credendino -Il decalogo per giocare con la seduzione in cucina

  1. Giusta atmosfera – Dalle luci alla musica, dai profumi agli aromi, fino alla preparazione della tavola, tutto deve essere curato nel dettaglio, per rendere il clima informale e rilassato.
  2. Materie prime di qualità – Per accendere il desiderio e stimolare i sensi prestare attenzione ai profumi, ai sapori e agli aromi
  3. Vino, il cupido ideale – Che sia un rosso corposo, un fresco rosè o un bianco fruttato, il “nettare degli dei” è fondamentale per “rompere il ghiaccio” ed entrare in sintonia.
  4. Pulire mentre si sta preparando – Anche riordinare insieme può essere un gioco divertente per far scoccare la scintilla, in modo da non rendere stressante il post-cena.
  5. Anche l’occhio vuole la sua parte – La ricercatezza, lo stile, i dettagli, sono fondamentali nel gioco della seduzione. No dunque a tutto ciò che è sciatto o eccessivo, si alla comodità con un tocco di ricercatezza.
  6. Dimenticare TV, cellulare e PC – Per creare armonia e empatia va eliminato qualsiasi elemento che potrebbe disturbare la conversazione: vietato l’uso di computer e cellulare. Da curare invece lo sfondo musicale con una playlist adatta alla situazione.
  7. La fretta non aiuta! – I sensi hanno bisogno dei giusti preliminari. Abbandona l’ansia e lascia tutto ciò che è frenesia fuori dalla porta. La preparazione ha bisogno dei suoi tempi e soprattutto di tutti gli “ingredienti”.
  8. A ciascuno il proprio ruolo, ma il piacere va condiviso – Dividersi i compiti e aiutarsi a vicenda può essere utile per “studiare” l’altro e conoscerlo meglio.
  9. Mai dimenticare lo “spiluccamento” – Assaggiare insieme ciò che si prepara e scoprire nuovi sapori abbassa le barriere, preparando magari al primo bacio.
  10. Giocare con leggerezza – Tutte le fasi della preparazione vanno affrontate con la dovuta spensieratezza; le gaffes e gli errori si trasformano in un momento ironico e di complicità.

29/05/11

Residenza di charme di Giuseppe Musella- Mi presento...

Le idee più entusiasmanti sono quelle che nascono in modo spontaneo.
Così è nata la mia collaborazione con EM/ME, da una chiacchierata con una persona che mi ha spinto a cimentarmi in questa esperienza.
Mi ha, con la complicità della mia passione per la scrittura, subito convinto a sposare questo innovativo progetto.
Per condividere con voi impressioni ed emozioni su posti speciali, dove trovare un momento di fuga dalla monotonia quotidiana.
Sono certo che, anche grazie ai vostri commenti e preziosi suggerimenti, riusciremo ad offrire una esclusiva selezione di resort unici.
Dai, cosa aspettate?...preparate la valigia....

27/05/11

Fashion Marketing di Mariano Bonavolontà - Il Museo Salvatore Ferragamo: marketing culturale in azione!


Occhi attenti e colti sono aperti da tempo sul patrimonio artistico rappresentato dai musei aziendali, che da meri magazzini ed archivi vedono nuova luce come parte integrante delle aziende, utilizzati come baluardi di comunicazione della cultura e delle radici storiche di un brand. Se, poi, questo trend – ormai maturo – è screziato di moda, tanto meglio: nuove operazioni di marketing e comunicazione nella moda a favore della cultura, patrimoni valorizzati e non lasciati riposare inutilmente in polverose stanze.

Un bellissimo esempio è il Museo Salvatore Ferragamo, incastonato nel Palazzo gioiello Spini Feroni della città di Firenze. Il museo vanta la collezione di scarpe storica di Ferragamo dal 1927 al 1960, organizzata secondo moduli tematici che permettono di organizzare mostre biennali. L’occhio al passato, inteso come spettacolarizzazione della cultura d’impresa, si fonde con il futuro, grazie alle numerose iniziative a supporto dei giovani artisti, quali i concorsi che sono banditi per i giovani stilisti-artisti della calzatura.
Nuovo rapporto con il territorio, partnership di marketing territoriali e marketing turistico, educazione estetica alla cittadinanza, nuova comunicazione più profonda – ed anche “di spessore” – rendono questo museo un caso esemplare del tentativo – ben riuscito – di riprendere l’humus culturale del settore moda ed artigianato, del made in Italy, del gusto e dell’eccellenza. Qualcuno potrà obiettare che queste sono operazioni di puro marketing, che strumentalizzano la cultura. La risposta è contenuta nella stessa provocazione: laddove ci sono cultura, arte, creatività, c’è qualità, per cui, meglio un patrimonio storico-artistico utile anche (ma non solo) per il marketing che un’asettica mancanza di cultura o, ancor peggio (forse), una polverosa rimembranza non valorizzata.

26/05/11

Tacchi a Spillo di Marina Marino - Denim


Cari lettori, come tutti avrete già ben notato quest’estate c’è stato un imponente ritorno del denim nelle sue più svariate sfaccettature…dalle scarpe, alle borse, agli accessori.
Oggi voglio parlarvi della “CAMICIA IN DENIM”, must degli anni ottanta, oggi ritorna sulle scene……..;La ritroviamo in versione strizzata ma anche più comoda, a manica lunga, corta o smanicata, dai diversi lavaggi.
Ma quello che più interessa è il prezzo, e allora mi domando:”Quanto dovrebbe costare una camicia in denim?”
C’è chi ritiene che perché possa parlarsi di vero denim, ci si deve affidare a marchi quali: LEVI’S, DIESEL.
Ma io non condivido questo pensiero, ma anzi credo ci siano anche marchi low cost che producono un denim più che decente e che hanno confezionato camicie in demin  poco costose e molto carine;
Come non citare i modelli confezionati da Zara e H&M !E ancora mi domando: come indossare una camicia in demin?

Certo, si tratta del capo sportivo per eccellenza, ma non per questo deve essere indossato solo con i jeans o short, io la vedrei indossata anche con pantaloni dal taglio classico e addirittura in aggiunta a vestiti da sera per sdrammatizzarli con tacco alto o infradito…….
La scelta è ardua ma se posso darti un consiglio, vi direi:”OSATE………!”

25/05/11

Dettagli di Raffaella Maiullo - creatori di fantasmi...

Ciò che vediamo del mondo dipende dal gioco prospettico che la luce e la profondità decidono di restituire ai nostri occhi. Le ombre giocano un ruolo fondamentale all’interno di questo misterioso dinamismo estetico da cui dipendono le meraviglie della “shadow art”: disegnando profili impalpabili e proiettando la luce su sculture altrimenti indecifrabili.
Fu Andy Warhol il primo a renderle protagoniste, e con la mostra Shadow nel 1979, espose sessantasei tele che ritraevano ombre di statue di cartapesta di diversa forma e grandezza; dopo di lui anche altri hanno voluto utilizzare la proiezione della luce riflessa come oggetto artistico. Il giapponese Shigeo Fukuda saldando 848 posate ottenne l’ombra di una moto. Un nuovo modi di fare arte quindi, un nuovo modo di concepire l’illusione ottica, che racchiude in se sia le due che le tre dimensioni. Larry Kagan ricava le ombre da grovigli di ferro così perfette da sembrare quasi più realistiche degli oggetti che ritraggono. Kumi Yamashita invece ricrea profili di uomini e silhouette dalle posizioni più particolari. Per non citare Tim Noble e Sue Webster che da veri e propri.. cumuli di spazzatura, ricreano gli scenari più assurdi.
Un modo originale di fare “spettacolo”, ottenendo risultati sorprendenti attraverso l’ausilio di materie semplici e della sconvolgente bellezza della luce.
Non vi resta,allora, che andare a curiosare sul web le loro creazioni!